Questa noiosa e vuota campagna elettorale finalmente volge al termine. Come ho già scritto, è mancata una posizione netta e condivisa da parte di un partito, e soprattutto di una coalizione, su un tema di fondamentale importanza: l’Europa. Parlare di Europa significa parlare di organizzazione, di rapporti tra gli Stati membri e di euro. Questo argomento, che a mio parere, avrebbe dovuto essere al centro della scena, è stato trattato marginalmente, e spesso lasciato a singoli candidati che seppur competenti e rigorosi, hanno comunque parlato alla ristretta cerchia del proprio elettorato e raramente sono riusciti a raggiungere il grande pubblico. Ma c’è stato un altro grande assente. Un tema che è addirittura più importante di quello succitato, che dovrebbe interessare tutti i partiti, ma che nessuno ha sfiorato; mi riferisco alla tutela dell’ambiente. Come vedremo meglio nei prossimi articoli, questa è una tematica centrale non solo per il futuro dell’Italia, ma per quello di tutto il mondo, eppure non sembra interessare i nostri politici. Persino il presidente cinese Xi Jinping, durante il 19° Congresso del partito comunista, illustrando la sua agenda per i prossimi 30 anni, ha posto al centro del suo piano la tutela ambientale. E mentre la Cina, anche se a suo modo, guarda al prossimo trentennio, noi a qualche giorno dalle elezioni abbiamo il fondato timore di cadere nelle mani di un “governicchio di larghe intese” che tiri a campare per qualche anno. Pertanto, temi quali: cambiamento climatico, desertificazione di intere aree del pianeta (che sta provocando, e in futuro provocherà in maniera più massiccia, fenomeni migratori di massa), sembrano non interessare nessuno. Non c’è traccia di tali argomenti nei programmi dei partiti, dall’estrema sinistra all’estrema destra, passando per il centro. La cosa suona ancora più strana se si pensa che secondo un’indagine di qualche mese fa di Eurobarometro (pubblicazione della Commissione Europea che analizza le tendenze dell’opinione pubblica), gli italiani sono tra i più preoccupati in Europa per l’inquinamento dell’aria che respirano e dell’impatto delle plastiche sull’ambiente. Strana e misteriosa decisione da parte della nostra classe dirigente. Forse, affrontare un tema del genere in campagna elettorale potrebbe significare spaventare i cementificatori delle coste, e chi aggredisce l’ambiente inquinandolo, avendo come unico e solo fine il profitto, oppure spegnere le speranze di chi compie abusivismi di tutti i generi ed è in perenne attesa del prossimo condono. O chissà, i motivi saranno altri, e non ci è consentito conoscerli, ma una cosa è certa: le conseguenze di una tale miopia le pagheremo tutti.