In questo periodo di campagna elettorale è valido lo slogan: “vale tutto”. Per un tacito accordo tra cittadini e politici, questi ultimi possono affermare tutto e il suo contrario, senza alcuna remora ne timore di essere smentiti. Tanto, in fondo, tutti sanno che in questo periodo ci troviamo in una specie di carnevale, e si sa che: “a carnevale ogni scherzo vale”. Gli elettori sono solo chiamati a scegliere la maschera più bella. In questo clima goliardico e fantasioso, anziché perdere tempo per analizzare promesse senza senso, sarebbe preferibile guardare i fatti, analizzare i dati reali per capire ciò che è stato fatto concretamente in questi anni, e non quello che si promette di fare in futuro. A mio avviso, un lavoro ben fatto è quello del Centro Studi Economa Reale che ogni anno pubblica un interessante Rapporto sull’Economia italiana. Si tratta di un documento molto utile, che aiuta a riflettere su dati oggettivi, e dal quale ognuno può trarre le proprie conclusioni. Prendiamo ad esempio ciò di cui tutti parlano in TV e sui giornali, e cioè la famosa spesa pubblica. Tutti i politici che ci hanno governato negli ultimi anni si affannano, in tutti i modi, a spiegarci che in questi duri anni di austerità hanno drasticamente tagliato la spesa pubblica e continueranno a farlo, perché siamo un paese spendaccione che vive al di sopra dei propri mezzi. Per sgomberare il campo da equivoci, dichiaro che personalmente sono contrario al taglio della spesa pubblica, e nei prossimi articoli ne spiegherò il motivo. Ma i nostri politici che unanimemente e quotidianamente si pronunciano a favore della riduzione della stessa, cosa hanno fatto realmente in questi anni? Se mettiamo da parte le dichiarazioni e osserviamo i dati storici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, vediamo che nel 2012, un anno prima di questa legislatura, la spesa pubblica totale italiana era di 819 miliardi, mentre quest’anno, a fine legislatura, è passata a 844 miliardi. Inoltre nel Def (Documento di Economia e Finanza) di quest’anno è previsto che nel 2020 arriverà a 870 miliardi. Quindi tralasciando le varie letture distorte e tendenziose che ci vengono fornite, bisogna prendere atto che, in termini assoluti, la spesa pubblica in questa legislatura è aumentata di 25 miliardi. Ripeto, ognuno può trarre le conclusioni che vuole da questi dati, ma non bisogna negarli, altrimenti non è possibile nessuna riflessione seria.