La prima e la seconda rivoluzione industriale hanno rappresentato degli strappi enormi con il passato; da quegli anni in poi il concetto di progresso è consistito nella sostituzione del lavoro umano con quello della macchina. Le fabbriche con il passare del tempo hanno incrementato la produzione riducendo il numero dei lavoratori, quindi ciò che in prevalenza è andato scomparendo è stato il lavoro manuale. Mentre, nella rivoluzione industriale in atto, quella dell’intelligenza artificiale, si sta sostituendo tutto il lavoro, anche quello intellettuale. Ad esempio potrebbe capitarci di telefonare a degli studi legali o di professionisti vari e parlare, a nostra insaputa, con dei software. Saranno sempre più utilizzati apparecchi tecnologici che, diversamente dal passato, non saranno programmati per eseguire disposizioni, ma per ragionare e cogliere le sfumature della realtà. Saranno però caratterizzati da una netta differenza rispetto al cervello umano: mentre quest’ultimo con gli anni si indebolisce e diventa meno efficiente, gli apparati tecnologici si perfezionano. Maggiori sono le informazioni che acquisiscono nel tempo e minore sarà il margine di errore. E seppur istintivamente molti di noi si dicono contrari ad una tale diffusione e utilizzo della tecnologia, sarebbe interessante sapere in quanti, in caso di problemi di salute, chiederebbero una diagnosi ad un medico in carne ed ossa, con tempi di attesa più lunghi, un costo e un margine di errore più alto, rispetto ad un’applicazione che riesce a fornire un riscontro immediato con una bassa probabilità di errore. Di conseguenza la sostituzione sarà inevitabile e avverrà gradualmente in tutti i settori produttivi; nel frattempo l’uomo lavorerà sempre più a contatto con la robotica, e da questa sarà controllato. Dai colletti blu ai colletti bianchi, ai datori di lavoro, il passo sarà breve. Sono allo studio e hanno iniziato ad operare sofisticati algoritmi in grado di analizzare le prestazioni, parametrarle, e selezionare i candidati scegliendoli in base alla produttività. Calcoli in grado di stabilire se i lavoratori sono più produttivi soli o in team, e in base ai risultati organizzare i turni e stabilire i compensi. Non ci sarà più spazio per i sentimentalismi e le debolezze umane, tutto si baserà su freddi calcoli matematici e statistici. Insomma, la sostituzione dei lavoratori, che è già a buon punto, è solo una parte della rivoluzione in atto, la quale si concluderà con la commutazione dei datori di lavoro.