Negli ultimi giorni siamo stati bombardati da notizie inneggianti la ripresa. Ci sarebbe tanto da dire al riguardo, e cercheremo di farlo. Per ora soffermiamoci a riflettere su quanto sia diventato difficile riuscire a comprendere il senso di ciò che accade. Persino con i numeri ufficiali, che dovrebbero essere oggettivi, si riesce a distorcere a proprio piacimento la realtà. Ecco perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, lo scriverò e ribadirò fino alla nausea, è diventato indispensabile svegliare le coscienze, e indurre i giovani non solo a studiare ma a sviluppare una capacità critica. Bisogna approfondire i problemi non più e non solo per il piacere di farlo, ma per “legittima difesa”. Bando alle ciance, per essere chiaro faccio un esempio concreto. Le dichiarazioni profuse direttamente dal Ministero di Economia e Finanza hanno più o meno i seguenti toni: “Dal 2014 a oggi recuperiamo più PIL di tutti” oppure “sul PIL pro-capite cresciamo più di tutti” eccetera, quasi a convincerci che stiamo rivivendo un nuovo miracolo economico. Com’è facile immaginare, la realtà è molto diversa, e al di là delle mie personali convinzioni (secondo le quali all’interno di questo modello economico e con le attuali regole non usciremo mai da una crisi strutturale che, anzi, sarà sempre più profonda), i membri del governo e la stampa (che invece credono nella ripresa), dovrebbero essere onesti. Riguardo la prima affermazione, andrebbe precisato che dal 2008 è iniziata una crisi profondissima, che ha raggiunto il picco nel 2014, quando siamo giunti al -10% di PIL. Dal 2015 le cose procedono in maniera meno drammatica, e invece di continuare a scendere siamo risaliti un po’. Con una metafora che renda l’idea, è come dire ad una persona che sta affogando e che per un attimo riesce a tirare la testa fuori dall’acqua: “complimenti, scoppi di salute”. Ancora più bella è l’altra, quella sul PIL pro-capite. Enfasi e conferenze stampa per annunciare che il nostro PIL pro-capite aumenta, ma ci si dimentica di aggiungere un dettaglio: in base all’andamento demografico, perdiamo circa duecentomila persone l’anno. Quindi in un Paese dove ogni anno ci sono più morti che nascite, basta prendere la ricchezza totale prodotta e dividerla per un numero inferiore di cittadini, e voilà (o se preferite: Sim Sala Bim), come per magia, si diventa tutti più ricchi.