Per concludere la trattazione delle ultime vicende sulla magistratura è utile ascoltare l’intervista dello scorso 17 giugno, nella trasmissione televisiva Agorà, al neo presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Poniz. Basta cliccare nel link sottostante e andare direttamente al 48° minuto. Tra le tante cose sacrosante e di buon senso che afferma, e che vi invito calorosamente ad ascoltare, ce n’è una che mi ha colpita particolarmente. Ad un certo punto il magistrato, in riferimento allo scandalo sulla magistratura, afferma quanto segue: “tutto questo è successo perché c’era l’ambizione di un magistrato ad essere nominato Procuratore aggiunto della Repubblica subito dopo essere scaduto dal Csm. Questa cosa non sarebbe stata possibile fino a poco più di un anno fa, quando c’era una norma che lo impediva, perché giustamente si riteneva che un consigliere scaduto potesse avvantaggiarsi del potere acquisito e delle relazioni coltivate.” Inoltre, come se non bastasse, aggiunge: “Questa norma, alla fine della scorsa legislatura, è stata cancellata nottetempo da un emendamento, non si sa su richiesta e su mandato di chi.” Poniz precisa che la modifica non è stata apportata dalla Magistratura ma dal Parlamento, a dimostrazione del fatto che non stiamo parlando della degenerazione di qualcuno, ma di un rapporto malato con la politica. Conclude accennando alle limitazioni che si dovrebbero porre per limitare il ritorno alla giurisdizione dalla politica, e manifestando il timore che la politica possa approfittare della momentanea debolezza della magistratura “per affrontare in modo sbagliato riforme necessarie ma che esigono ben altro approfondimento, inclusa la separazione delle carriere”.