In televisione e sui giornali non si parla più di Afghanistan, come se i problemi e le violenze nate con il ritiro statunitense non esistessero più o non ci riguardassero da vicino. Chi stabilisce l’agenda delle priorità da trattare preferisce che la politica e l’opinione pubblica discuta di temi inconsistenti, quali il pericolo dell’imminente ritorno del fascismo in Italia, piuttosto che preoccuparsi delle violenze perpetrate nei confronti di chi in questi anni si è opposto ai talebani. Ma, anche se fingiamo di non vederli, questi problemi ci riguardano e a breve dovremo comunque occuparcene. In un mondo mediato, siamo bombardati da informazioni manipolate che ci disorientano e accrescono la nostra rabbia nei confronti del vicino di casa piuttosto che indirizzarsi verso chi gestisce arbitrariamente il potere.
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