Completiamo il discorso intrapreso nelle “riflessioni in quarantena” aggiungendo l’anello mancante. La mia profonda speranza è che si inizi a comprendere che la globalizzazione, se proprio deve esserci, deve essere governata e non lasciata a se stessa con la vana speranza che da sola possa risolvere tutti i problemi nei quali siamo immersi. Ricordiamo che nello stato di natura a prevalere è sempre il più forte e non esiste alcuna forma di democrazia. Dei falsi miti trattati negli articoli precedenti manca quello, forse, più importante. Una mito fondato su un dogma e imposto alla collettività dal modello neoliberista, il quale considera la moneta, al pari di un qualsiasi materiale prezioso, merce scarsa. In riferimento a questo argomento vi invito a leggere o rileggere gli articoli che vanno da il fascino della moneta fino a la moneta non è mai solo una moneta. Quando e se si riuscirà a smascherare questo grosso imbroglio, e finalmente si comprenderà che la moneta non è merce scarsa ma è una istituzione e che in quanto tale va governata, allora si potrà seriamente mettere in discussione il paradigma nel quale viviamo. Quel modello che negli anni ci ha costretto a profondi tagli del welfare, giustificando le scelte con la mancanza di moneta e contemporaneamente ha permesso che lo spread dettasse l’agenda politiche. Lo stesso dogma che ci ha indotto a demonizzare e bandire il pubblico a vantaggio del privato. Solo allora, inizieremo a capire che i tassi di interesse e la quantità di moneta in circolazione non sono decisioni divine ma scelte compiute dagli uomini. Si scoprirà che sono le Banche Centrali che prendono queste decisioni, e che il nostro Paese, non avendo più il controllo della leva monetaria, deve sottostare alle disposizioni prese da coloro che controllano e influenzano tali istituzioni. Quelle che decidono quanti soldi dobbiamo avere nelle tasche e che, fino al periodo precedente la pandemia, hanno deciso di farci vivere al disotto delle nostre possibilità (anche se ci hanno convinto del contrario) perché, seguendo la politica mercantilista della Germania, abbiamo destinato le merci al mercato estero sacrificando quello interno. Poi, come d’incanto, con la comparsa del Covid sono sparite le rigide regole e i diktat europei; non si parla più di parametri, di sforamenti eccetera, ma il dibattito è tutto concentrato sui miliardi di euro che devono arrivare. Sembra che tutto sia cambiato e che la ricchezza venga distribuita a pioggia sui paesi europei per la gioia dei popoli. In realtà, bisognerebbe spiegare che si tratta di soldi a prestito, di debito che dovrà essere onorato. Bisognerebbe essere consapevoli che ciò che stiamo vivendo è solo una parentesi, chiusa la quale torneranno le minacce e le rigidità. A quel punto, il nostro Paese, con un debito pubblico enorme e con i conti non in linea con i parametri europei, sarà soggiogato alla volontà altrui senza possibilità di appello. Non illudiamoci con altri “falsi miti” che periodicamente ritornano, come ad esempio quello, a cui tutti inneggiano in queste ultime settimane, che prevede l’arrivo dell’ennesimo “salvatore della Patria” per traghettarci verso la salvezza.