Onori al premier Edi Rama e all’Albania. In momenti come questi abbiamo particolarmente bisogno di aiuto e di gesti simbolici. Abbiamo necessità di supporti materiali per il corpo e atti simbolici per lo spirito. Ascoltate e riascoltate le parole del Primo Ministro, possibilmente in piedi per il rispetto che merita. Il premier di un altro paese che parla la nostra lingua e da una lezione di umanità ai “grandi” della terra. La memoria è importante, e quando tutto finirà non dobbiamo dimenticare le sue parole: “È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà […] Questa è una guerra in cui nessuno può vincere da solo. E voi coraggiosi membri di questa Missione per la Vita state partendo per una guerra che è anche la nostra. Oggi noi siamo tutti italiani. E l’Italia la deve vincere questa guerra, anche per noi, per l’Europa e per il mondo intero. Che Dio vi benedica tutti.” Questo significa “costruire”, essere comunità. Capite che è l’unico modo possibile per edificare una vera e stabile unione tra popoli? Gli Stati e le comunità non s’improvvisano, nascono da forti elementi condivisi e si reggono su sentimenti comuni. Probabilmente i fondatori dell’Unione Europea avevano questi nobili intenti ma, con il tempo, si sono persi, sopraffatti dagli interessi economici. Pretendere di tenere insieme popoli diversi con dei freddi parametri economici è una follia che ci costerà caro.
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