Il problema principale dei nostri politici è che non studiano, sono d’avvero pochi quelli preparati e tra questi pochi solo una minoranza ha onestà intellettuale. Gli altri, cioè la maggior parte, hanno anche la sfacciataggine di andare in televisione e affrontare confronti serrati, senza alcuna contezza dell’argomento trattato. In fondo l’unico loro obiettivo è l’audience, e il segreto per incrementarlo è urlare, essere aggressivi e buttarla in caciara, così da sfamare gli istinti primordiali del pubblico e, una volta scatenata la rissa, rendere impossibile discernere la ragione dal torto. Emblematico è il confronto risalente a qualche settimana fa, nella trasmissione Piazza Pulita, tra Carlo Calenda (del quale personalmente non condivido molte posizioni ma gli riconosco preparazione e coraggio delle proprie idee) e Lucia Borgonzoni (della quale condivido in parte ciò che vorrebbe dire sul MES, ma che m’imbarazza per l’assoluta mancanza di conoscenza in materia). Mi chiedo dove si possa trovare il coraggio per porsi di fronte a milioni di persone e dibattere su argomenti che non si conoscono. Ma, devo prendere atto che essendo una prassi comune, il problema è mio che sono in minoranza. Fatta questa dovuta premessa, continuiamo con lo smascheramento delle bufale sulla riforma del Fondo Salva Stati, con le quali ci hanno bombardato per poco più di una settimana e ora sembra già un argomento passato. Tra le fole più clamorose c’è quella sull’immunità dei componenti del MES prevista dall’art. 35 del Trattato. Se avete la pazienza di leggere l’articolo vi renderete conto che si tratta di una problematica seriamente preoccupante infatti ciò che prevede, affidando alla governance del Fondo una sorta di potere assoluto, manda a farsi friggere i principi del costituzionalismo, insieme a centinaia di anni di filosofia politica e alla separazione dei poteri di Montesquieu. Dovrebbe provocare i brividi e far riflettere tutti leggere le seguenti parole: “Nell’interesse del MES, il presidente del consiglio dei governatori, i governatori e i governatori supplenti, gli amministratori, gli amministratori supplenti, nonché il direttore generale e gli altri membri del personale godono dell’immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell’esercizio ufficiale delle loro funzioni e godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti”. Possiamo ascoltare un consulente finanziario ed ex deputato come Valerio Malvezzi che spopola sul web con rivelazioni choc sull’articolo 35 della riforma; una politica come Elisabetta Gardini che espone lo stesso concetto in televisione e il cui intervento viene ripreso dal quotidiano Libero, che con un titolo a effetto scrive: MES, Elisabetta Gardini sconcerta lo studio: “Ma lo sapete che i membri avranno l’immunità?”. Tutti sgomenti e costernati, ma nessuno che spenda qualche ora del proprio tempo per capire di cosa si stia parlando. Se è vero che ciò che è previsto dall’articolo 35 è aberrante e preoccupante per quel che resta della nostra amata democrazia, è altrettanto vero che quest’articolo non centra nulla con la riforma in atto. Infatti l’articolo 35 del Trattato non è oggetto di riforma, è rimasto identico a come è stato concepito e approvato nel 2012. Se avete avuto la bontà di cliccare sul link precedente vi è comparso il testo a fronte del Trattato che ha istituito il MES nel 2012 con la bozza dell’attuale riforma, e giunti all’articolo 35 avete senz’altro notato che sulla colonna della riforma è riportata la seguente dicitura: “identico”. Inoltre, bisognerebbe ricordare alla Gardini, che prima di andare in televisione a fare rivelazioni “sconcertanti”, dovrebbe sapere che quel testo, contenente l’articolo 35 che oggi la spaventa così tanto, è stato votato anche dal suo partito che a quei tempi era un componente del Popolo delle Libertà. Come potete ben vedere cliccando sul link, all’interno del PDL ci sono stati solo due voti contrari, uno di questi è di Giudo Crosetto, che oggi è tornato a fare l’imprenditore e del quale si può dire tutto tranne che non studiasse i documenti. Infine, va dato atto alla Lega che è rimasta coerente a riguardo, perché votò contro l’istituzione del MES nel 2012 e continuano a criticarlo. Lo stesso discorso vale per il PD: lo votò allora e continua a sostenerlo; mentre appaiono ridicoli quelli che si scandalizzano su cose che hanno approvato e votato ma ne sono inconsapevoli. Insomma, la cosa che fa più paura è il pressapochismo con il quale si affrontano temi così importanti. Probabilmente molti dei nostri rappresentanti non sanno neanche che un Trattato europeo è una cosa estremamente seria (è sovraordinato alle legge dei singoli Stati ed ha lo stesso valore della nostra amata ma sempre meno applicata Costituzione) e permanente (una volta approvato è difficilissimo tornare indietro). Ora, sentir parlare di cose così importanti con tanta leggerezza fa tremare i polsi, ma questa è la realtà e dobbiamo prenderne atto.
I rappresentanti del popolo, gli amministratori e in generale coloro che hanno posizioni di potere dovrebbero passare meno tempo negli sudi televisivi e dedicarsi di più allo studio dei dossier, per svolgere al meglio le loro funzioni, “con disciplina e onore “. I appresentati hanno il diritto/dovere di informarsi quindi dovrebbero pretendere che i trattati e le altre fonti normative siano scritti e discussi in modo comprensibile e, a loro volta studiare di più, a partire dalla scuola.
La penso esattamente così prof.