Continuiamo a cercare di smascherare tutte le inesattezze che ci stanno propinando sul MES, rendendo l’argomento ancora più ostico di quanto non sia. Questa volta tocca a Salvini, che oggi che è all’opposizione è allarmato più che mai e corre davanti a tutte le telecamere per segnalarci le scorrettezze di Conte e Tria, e della pericolosità della riforma del MES. Condivido molte delle cose che dice ma, come spiegherò nei prossimi articoli, non lo ritengo privo di responsabilità; inoltre, non approvo i toni che usa. La situazione è molto seria e, a mio modesto parere, va affrontata con fermezza e sobrietà. Non si può andare in giro soffiando sul fuoco, dicendo cose giuste e altre che non lo sono, perché così si perde di credibilità, e anche le battaglie legittime diventano discutibili. Salvini, che ha un ruolo e una responsabilità importante in questo paese, non può andare in giro affermando che la riforma del Fondo Salva-Stati “metterebbe in mano a un organismo privato la possibilità di decidere a chi dare e a chi togliere i soldi”. Una frase ad effetto che, come era nelle intenzioni, è stata recepita e si sente ripetere come un mantra dappertutto. Non è giusto confondere le idee delle persone inquinando il confronto, anche perché non mancherebbero gli argomenti per criticare la riforma, basterebbe studiarla. Il Meccanismo Europeo di Stabilità è un’organizzazione intergovernativa dei paesi che utilizzano l’euro, i quali contribuiscono in base alla dimensioni del paese in termini di PIL e di popolazione. Infatti la Germania contribuisce con la quota più elevata pari al 26.9%, la Francia con il 20,23 e l’Italia al terzo posto con il 17,78, che corrisponde a 14,330 miliardi di capitale versato e 125.340 miliardi di capitale sottoscritto (come potete constatare se cliccate sul link precedente). Allo stesso modo anche il funzionamento del MES non ha nulla di privatistico perché le decisioni di prestito devono essere approvate dal Consiglio dei Governatori (Boards of Governors) che è composto dai Ministri delle Finanze dell’eurozona, presieduto dal Presidente dell’Eurogruppo che oggi è il ministro delle Finanze del Portogallo, Mario Centeno. Poi c’è il gabinetto esecutivo, la Board of Directors (BoD) che è composto dai 19 direttori indicati dai Governatori (ovvero i ministri delle Finanze). Insomma, come vedremo, di argomenti per criticare il Meccanismo Europeo di Stabilità ce ne sono molti, ma sicuramente non quello che si tratti di un organismo privato.