Sul MES si sta dicendo tutto e il suo contrario. Prima di formulare un’analisi sul tema, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e iniziamo sgomberando la strada dalle bugie e le inesattezze che provengono da tutte le parti. Per quello che è possibile, utilizzeremo l’ausilio di video così da constatare con i nostri occhi di cosa sono capaci i politici. La rete ha sicuramente tanti aspetti negativi, ma bisogna ammettere che ne ha anche di positivi. Internet è un mare pericoloso ma, se si sa pescare, si riescono a mettere insieme i pezzi e smascherare i ciarlatani. La maggioranza della popolazione non ha la minima idea di cosa sia il Meccanismo Europeo di Stabilità e ha tutta la mia solidarietà, si tratta di un argomento complicato e solo per gli addetti ai lavori, non è roba per noi comuni mortali. Ma questo è normale in un sistema complicato che si regge su rigidi e freddi parametri che di umano non hanno nulla. Di conseguenza i cittadini a fatica cercano di farsi un’idea ascoltando ciò che raccontano i politici. Ma come abbiamo detto in tante occasioni, la maggior parte dei nostri politici non sa di cosa parla, e i pochi che sono competenti hanno interesse a capire ciò che gli fa più comodo. Guardiamo come sta agendo il Partito Democratico che oggi compattamente si dichiara favorevole alla riforma del MES. I suoi esponenti vanno in tutte le trasmissioni televisive a dichiarare che è una riforma necessaria, che non comporta rischi e che aiuterebbe il nostro paese in caso di crisi. Ma nel video sottostante ascoltiamo un esponente dello stesso partito, l’onorevole Quartapelle, come si è pronunciata solo cinque mesi fa sullo stesso argomento. I piddini, per la riforma che oggi difendono a spada tratta, si dichiaravano, insieme alla Lega che a mio parere non è priva di responsabilità, preoccupati, in quanto a loro dire si trattava di un meccanismo che “penalizzerebbe pesantemente il nostro paese”. Visto che oggi la riforma è la stessa ma la loro posizione è diametralmente opposta, c’è qualcosa che non torna. A pensarci bene l’unica cosa che, insieme all’opinione, è cambiata in questi mesi è la collocazione del PD: prima era all’opposizione, oggi è al governo. Quindi se ne deduce che la riforma può essere giusta o sbagliata a seconda della prospettiva dalla quale la si guardi, e la cosa certa e più preoccupante è che la prospettiva dei cittadini è la più scomoda.