Sono sempre più frequenti e violenti gli atti di intolleranza e razzismo, ne potrei elencare tanti ma i più eclatanti rimangono quelli che hanno portato alla decisione di assegnare la scorta alla senatrice Liliana Segre, novantenne reduce dai campi di sterminio nazisti. Una delle ultime testimoni ancora in vita dell’inferno di Auschwitz dovrà morire con la consapevolezza che la sua sofferenza non è servita a nulla perché, a distanza di oltre 70 anni, ci sono ancora degli squilibrati che inneggiano il nazismo. Il dramma non si limita a questo, non è circoscritto alla responsabilità dei violenti, a loro volta vittime del sistema, ma si estende a tutta la collettività che mostra incapacità nel comprendere la drammaticità della situazione. La storia si sta ripetendo e noi, come allora, rimaniamo inermi a guardare. I fenomeni di intolleranza ed estremismo sfociate nelle dittature del nostro continente nacquero e si diffusero a seguito della crisi economica, da noi quella che sfociò nel biennio rosso e in Germania quella del 1929 che partita dall’America finì per travolgere l’intera l’Europa. Così oggi i fenomeni di intolleranza sono figli della crisi economica che anche questa volta è partita dagli Stati Uniti nel 2008 e ha coinvolto in pieno il continente europeo. Oggi come allora, di fronte alla disperazione e a una politica che non dà soluzioni, la sola via d’uscita sembra essere quella dell’estremismo, per la maggioranza del popolo rimane l’unica alternativa possibile e così si affida all’uomo della provvidenza, a chi promette soluzioni semplici e radicali a situazioni difficili e complesse. Tutto si sta ripetendo nell’inconsapevolezza del popolo e nell’assoluta indifferenza della classe dirigente che sminuendo il problema spera che prevalga il buon senso. Purtroppo abbiamo una classe politica divisa in due gruppi, uno più numeroso che non è all’altezza della situazione, non è capace di affrontare le enormi problematiche e non ha compreso che le criticità, le ingiustizie e le disuguaglianze vanno affrontate seriamente e radicalmente; e un gruppo minoritario consapevole e capace, ma che per mantenere la propria posizione di privilegio ha interesse a non capire due cose fondamentali: che L’Europa così non funziona, perché ci sta dividendo e sta fomentando odio; e che l’euro e la politica economica restrittiva sono gli strumenti con i quali si stanno amplificando i problemi. Bisognerebbe immediatamente porre fine a questo sistema iperliberista, alle regole assurde che legano le mani ai governi, alle politiche di austerità antieconomiche e anticostituzionali basate sulla stabilità della moneta e non sull’occupazione. Come scriverò prossimamente, è vero che è in atto un cambiamento, ma è anche vero che non è sufficiente e non è abbastanza rapido. Bisognerebbe agire subito se vogliamo evitare il disastro ma, purtroppo, non si vedono luci all’orizzonte.
Sicuramente occorre modificare alcune regole a livello di Unione Europea in materia di politica economica e conti pubblici. Credo comunque che, anche a legislazione vigente, si potrebbero impiegare i fondi europei finalizzandoli a iniziative di sviluppo sostenibile ed equità sociale. Per quanto riguarda intolleranza e fascismo, molto può essere fatto dalla scuola, quindi da NOI.
Concordo completamente sull’ultima affermazione, ed è sicuramente una bella sfida per noi insegnanti. Sul resto ho forti perplessità.