Questa volta non vi consiglio un libro ma un film, anzi, ad essere precisi, una puntata di una serie televisiva inglese trasmessa su Netflix. Sto parlando di Black Mirror, una serie televisiva acuta e interessante, partorita da una mente brillante come quella di Charlie Brooker. Gli episodi sono ambientati in un futuro prossimo e sono incentrati sugli effetti paradossali e tragici che la tecnologia sta ingenerando nell’umanità. Tra le tante puntate che potrei consigliarvi, ve ne segnalo una in particolare perché attinente ai temi trattati nel blog. Casualmente, mi è capitato di vedere questa puntata qualche sera fa e ne sono rimasto particolarmente colpito; si tratta di un episodio della seconda stagione, intitolato: “Vota Waldo”. In maniera apparentemente surreale e leggera, viene trattato in modo impeccabile il tema del tragico rapporto tra la società mediatica e l’antipolitica. La storia è ambientata in un mondo stanco e sfiduciato verso la politica tradizionale, nel quale c’è un popolo, sempre meno riflessivo e più condizionato dal virtuale, che si lascia infatuare da un personaggio dei cartoni animati al quale dà voce un comico che, con un linguaggio scurrile e sarcastico, sbeffeggia i politici e il sistema. Il popolo s’infatua del personaggio virtuale, che nel frattempo si candida e ottiene risultati impensabili, basandosi sull’assunto che il mondo possa fare a meno della mediazione della classe politica e gestire direttamente le sue scelte, grazie al supporto della tecnologia. Insomma, si cerca di approdare alla tanto ambita democrazia diretta, della quale un po’ in tutto il mondo si sta dibattendo negli ultimi anni, e della quale più volte ho scritto nel blog. È inutile ricordarvi che da noi il primo a parlarne è stato il Movimento 5 Stelle, per bocca del suo fondatore Gianroberto Casaleggio che, con aria da visionario, prevedeva il superamento della democrazia rappresentativa. Ma nell’episodio televisivo si evidenziano anche gli effetti negativi di una tale scelta, perché presto l’iniziativa goliardica sfugge di mano ai protagonisti e in una sorta di effetto domino, generato dalla società mediatica, ha delle ricadute molto più rilevanti di ciò che si poteva immaginare. Per non togliervi il gusto della visione, non vi racconterò il finale. Vi invito solo a guardarlo e riflettere, perché, a mio avviso, si tratta di una realtà molto più vicina di ciò che pensiamo.