Tante le discussioni intorno alla firma del memorandum tra Italia e Cina. La questione è abbastanza complessa e ha diversi punti di vista; a me, in questo momento, interessa soffermarmi su uno in particolare. Partiamo dal presupposto che l’Italia è un Paese esportatore, ed è fondamentale che abbia accordi commerciali con altri Paesi. Il memorandum prevede la firma di ben 29 accordi, tutti abbastanza interessanti. Ma se guardiamo oggettivamente la realtà per cercare di capire cosa sta accadendo nel mondo, c’è poco da essere soddisfatti: un Paese, con una lunga e gloriosa storia alle spalle come il nostro, si sta entusiasmando per l’esportazione di arance e prodotti agroalimentari verso la Cina, mentre quest’ultima, da diversi anni, sta investendo nei punti strategici del pianeta puntando sulle nuove tecnologie (esempio il 5G) e le infrastrutture. Ha pianificato la politica dei prossimi 30 anni, mentre noi siamo divisi su tutto, anche all’interno dello stesso governo, su scelte che riguardano il domani. Ora, la riflessione seria da fare non è se sia giusto o meno siglare accordi commerciali con gli altri Paesi, ma qual è il ruolo che l’Italia vuole ritagliarsi nella modernità.