Non entro nel merito dell’intervento di qualche giorno fa del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Su tali tematiche ho già scritto diversi articoli e altri ne scriverò. Invece, ciò che mi preme evidenziare e denunciare è lo strapotere acquisito dalla BCE. Ricordo che quest’ultima gestisce la politica monetaria europea, e pur essendo un’istituzione di diritto pubblico nella realtà è costituita e controllata da enti privati. Nei fatti è un organo autonomo, formato da uomini provenienti dal mondo finanziario che non hanno alcun mandato popolare e non rispondono ai cittadini per le proprie azioni. In nessuno paese al mondo sarebbe consentito quello che da noi, ormai, è diventata consuetudine, e cioè che la Banca Centrale intervenga per ordinare ai governi, legittimati dal voto popolare, ciò che devono fare. La cosa che desta in me maggior preoccupazione è che nessuno denunci queste intromissioni, che non ci sia alcun cenno d’indignazione e tutto venga considerato normale. Siamo in apprensione e accettiamo le parole degli esponenti della Banca Centrale Europea come fossero vangelo. Come scolaretti impauriti e spaesati speriamo in un giudizio positivo e promettiamo di eseguire le direttive impartite. La sovranità popolare rimane soltanto un concetto aleatorio; un principio scritto nella Costituzione sul quale disquisire nelle aule scolastiche o nei salotti televisivi, ma che non ha più alcun riscontro con la realtà. Ormai è dato per scontato, tant’è che lo sentiamo ripetere continuamente da tutte le parti, il fatto che le scelte politiche ed economiche dei paesi non siano più in mano ai governi, democraticamente eletti, ma ai mercati, a questa entità misteriosa che decide sulla vita e la morte di milioni di persone.