La nostra classe politica, sempre più confusa e chiacchierona, manca di idee e gesti concreti. Viviamo un momento storico estremamente complesso, con una classe dirigente che ormai da anni non è più all’altezza della situazione. In questo momento siamo governati da una maggioranza che crede di stare ancora all’opposizione e una minoranza inesistente, e questo non è un bene per nessuno. Il Partito Democratico vive in uno stato comatoso, e invece di affrontare seriamente il problema, si dimena all’impazzata alla ricerca di un colpevole. A torto o a ragione, il 4 marzo c’è stato un verdetto democratico e una classe dirigente seria dovrebbe prenderne atto e agire di conseguenza. L’attività politica non è un lavoro, ma una missione, un nobile gesto altruistico verso il proprio paese e il proprio popolo. Mai come ora abbiamo bisogno di riscoprire l’amore per il bene pubblico, di uomini e donne di spessore che si ergano a guida di un popolo disorientato. Ma più che di vuote parole e slogan, abbiamo bisogno di esempi. Faccio un parallelismo per essere più chiaro: essere genitori credo sia tra le cose più difficili in assoluto, ma una delle poche certezze che ho è che i figli più che di parole e rimproveri hanno bisogno di esempi, se si vuole avere qualche speranza di ottenere dei risultati; lo stesso discorso vale per la politica. È inutile fare appelli accattivanti e promesse dirompenti se poi non si è coerenti e consequenziali. Ma per fortuna gli uomini non sono tutti uguali, e qualche esempio viene da oltralpe. Mi riferisco all’ex-premier spagnolo Mariano Rajoy, il quale dopo essere stato spodestato dal socialista Pedro Sanchez aveva diritto ad un posto a vita nel Consiglio di Stato con una remunerazione di circa 100 mila euro annui e tutti i vantaggi che ne sarebbero conseguiti. Invece Rajoy, con una decisione che ha sorpreso tutti, ha deciso di rinunciare per tornare al suo vecchio lavoro: funzionario del catasto. Il vero dramma è che questo gesto che dovrebbe essere la norma è diventato un’eccezione, in un mondo dove non ci sono più regole, dove si confondono vincitori e vinti e dove hanno tutti ragione.