Continuiamo con un ragionamento poco avvincente ma necessario, quello incentrato sui dati di bilanci dell’ultima legislatura. Sulle teorie e visioni del mondo si può disquisire e dibattere; sui numeri, dopo averli analizzati, si dovrebbe soltanto riflettere. Ma i nostri politici, con molta fantasia e una buona dose di dialettica, ci hanno abituato a lunghi confronti televisivi, dove ognuno illustra i propri dati e tutti sembrano avere ragione. Perché ognuno espone ciò che gli conviene, nella maniera più idonea a raggiungere il proprio scopo. Così, spesso, inventano indici e parametri che hanno poco senso, se non quello di mistificare e confondere la realtà. Tutto perfettamente in linea con ciò che dichiarò, nel 1960, Nikita Kruscev (primo segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica) nella conferenza stampa tenuta a Glen Cove in America: “Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi”. Tutti i partiti in campagna elettorale si presentano con promesse sfavillanti; dichiarano unanimemente e fino allo sfinimento, di abbassare le tasse, eliminare gli sprechi e incrementare gli investimenti. Ma, abbiamo già visto, al netto delle iperboli verbali, come sono andate realmente le cose dal punto di vista della spesa guardando direttamente i dati di bilancio. Dal 2012 al 2017 la spesa pubblica totale è aumentata di 25miliardi di euro e, all’interno di essa, è aumentata maggiormente la spesa corrente rispetto a quella per investimenti. Abbiamo anche visto che è rimasta immutata la cifra di 50 miliardi l’anno (in parte in conto corrente e in parte in conto capitale) destinata a finanziamenti a fondo perduto. Detto ciò, è rimasto ancora un tassello da verificare: quello delle entrate pubbliche. Nell’ultima legislatura i tributi, che genericamente chiamiamo tasse, sono diminuiti o aumentati? Tutti, ossessivamente, ripetono la formula: “quando siamo stati noi al governo abbiamo abbassato le tasse”. Ma le cose sono andate realmente così? I freddi numeri ci dicono di no, infatti nel 2012 le entrate totali dello Stato sono state di 772 miliardi, nel 2017 sono passate a 807 e nel corso di quest’anno toccheranno quota 820 miliardi. Possiamo intavolare infinite discussioni e ragionamenti su questi dati, ma i numeri ci dicono, senza possibilità di appello, che in cinque anni abbiamo avuto un incremento di entrate di 35 miliardi. Tutto il resto è noia.