Non esiste una legge elettorale perfetta; esistono due principi difficili da conciliare: rappresentanza e governabilità. Nella storia della nostra Repubblica abbiamo avuto sicuramente leggi elettorali migliori, ma abbiamo avuto anche la possibilità e la capacità di eleggere la classe dirigente. Oggi siamo ingabbiati in un sistema oligarchico dal quale è quasi impossibile uscire. Che il sistema elettorale sia maggioritario o proporzionale, la sostanza cambia poco, in quanto i parlamentari sono nominati dal governo anziché scelti dal popolo. Siamo così passati, inconsapevolmente, dalla tripartizione alla bipartizione del potere, ormai conteso tra l’organo esecutivo e quello giudiziario. I politici si gettano addosso con enfasi e teatralità accuse insensate, i media pur di fare audience diffondono notizie inesatte, e il popolo senza capire ripete e s’infervora; il tutto mentre il Paese affonda. La soluzione è solo una, ma è lunga e faticosa: diffondere capillarmente cultura istituzionale. Bisognerebbe iniziare a studiare sin dall’infanzia, in maniera seria e prioritaria, l’educazione civica. Si può sperare in un miglioramento della società solo se iniziamo a capirne i problemi, altrimenti tutto si riduce a spettacolo.